dilluns, 28 d’abril del 2014

Joan Isaac. De Vilassar de Dalt a Itàlia



Tras obtenir el premi especial de la crítica en el  Festival de cançó  Barnasants pel concert “Joan Isaac. Cançons d’amor i anarquia” i abans de marxar a Itàlia on participarà l’1  de maig a Florència al concert “1 maggio in concerto”, el 2 de maig  al Teatre del Casino de San Remo amb artistes com Rusó Sala, Vittorio De Scalzi, Giorgio Conte, Sérgio Godinho, i Mauro Pagani;  i el 3 de maig també a  San Remo amb l’espectacle “Storie e amori d’anarchie” amb Juan Carlos “Flaco” Biondini, Alessandro Certini, Silvia Comes, Olden, Anna Roig, Wayne Scott e Peppe Voltarelli. 

 











Joan Isaac va oferir un concert al teatre la Massa de Vilassar de Dalt el passat 26 d’abril acompanyat al piano pel mestre Enric Colomer.

 

 









dissabte, 19 d’abril del 2014

Premi BarnaSants 2014 per l'espectacle "JOAN ISAAC. CANÇONS D'AMOR I ANARQUIA"

El 16 d'abril, en la clausura de la XIX edició del Festival BarnaSants, es va fer entrega a Joan Isaac el Premi excepcional de la crítica per l'espectacle "Cançons d'amor i anarquia" dedicat a la memòria de Salvador Puig Antich.

 

 


Fotos: Juan Miguel Morales





















Fotos: Nuria Trulla

dimarts, 8 d’abril del 2014

Reseña del libro de Luis García Gil "Joan Isaac. Bandera Negra al Cor" (Ed. Milenio, 2013) en la Rivista anarchica italiana

Un rendez vous catalano
tra amore e anarchia
Joan Isaac è senza dubbio una delle voci più intense della canzone d'autore catalana. In Italia lo si è conosciuto piuttosto recentemente, verso la fine degli anni novanta, per le sue partecipazioni al Premio Tenco e per l'amicizia che lo lega a Sergio Secondiano Sacchi. Ma il primo singolo di Joan Isaac, Rèquiem, è del 1973. E quasi fosse per festeggiare i quarant'anni di carriera di Joan Isaac è stata pubblicata questa ben documentata biografia (Joan Isaac. Bandera negra al cor, prologo di Joan Manuel Serrat, Editorial Milenio, Lleida 2013, pp. 256, € 21,00), opera del poeta e scrittore gaditano Luis García Gil, che già si era dedicato a raccontare le vite di altri referenti della canzone d'autore spagnola e internazionale come Joan Manuel Serrat, Javier Ruibal, Atahualpa Yupanqui e Jacques Brel.
Barcellona, febbraio 2013. Festival Cose di Amilcare.
Joan Isaac durante il concerto di Eugenio Finardi
Grazie a una ricerca appassionata ed appassionante, García Gil ricostruisce la vita e la traiettoria artistica di Joan Vilaplana i Comín, in arte Joan Isaac, dagli anni dell'infanzia a Esplugues, poco fuori Barcellona, fino al suo ultimo disco, Piano, piano, uscito nel 2012. E nel mezzo, oltre ad un'utilissima appendice con la discografia completa e con fotografie provenienti dall'archivio privato di Joan Isaac, c'è tutta la poesia, le emozioni, le lotte, i sogni, le delusioni, l'impegno di un cantautore controcorrente che García Gil definisce come un epigono della Nova Canço catalana. Secondo lo scrittore gaditano, per capire Joan Isaac è imprescindibile difatti conoscere quella straordinaria esperienza che rivoluzionò la canzone e la cultura catalana e i suoi compagni di viaggio. Artisti come Maria del Mar Bonet, Quico Pi de la Serra e Lluis Llach, tra gli altri. E anche una figura imprescindibile per quanto molto criticata dai puristi negli anni Settanta: Joan Manuel Serrat.
Ma, come spiega García Gil, per contestualizzare la raffinata poesia di Joan Isaac e la sua scelta di scrivere e cantare in catalano bisogna ritornare agli ultimi anni della dittatura franchista e alla lenta transizione alla democrazia. È in tutto questo che nasce una canzone che rimane ancora oggi un simbolo, A Margalida, dedicata alla compagna di Salvador Puig Antich, l'ultima persona ad essere giustiziata dal regime franchista con la barbara tecnica della garrota nel marzo del 1974. E proprio questo 2 di marzo, per ricordare Puig Antich ai quarant'anni esatti dal suo assassinio, Joan Isaac dedica uno spettacolo, organizzato insieme agli amici di Cose di Amilcare e del BarnaSants, intitolato non a caso Cançons d'amor i d'anarquia. Uno spettacolo che approderà anche a Sanremo il prossimo 3 maggio.
È questa capacità di unire amore e anarchia, ci spiega García Gil, la chiave per capire la poesia che si fa canzone di Joan Isaac, sia nel primo intenso decennio, segnato da dischi pregevoli come És tard (1975), Viure (1977) e Barcelona, ciutat gris (1980), sia negli ultimi quindici anni – dopo una lunga pausa tra il 1985 e il 1998 in cui il cantautore di Esplugues si è ritirato dalle scene e si è dedicato alla professione di farmacista – con dischi superbi come Joies robades (2002), Duets (2007) e Auteclàssic. Joan Isaac & Luis Eduardo Aute (2009). Dischi dove un Joan Isaac maturo intervalla con garbo ed esperienza nuove canzoni con versioni in catalano di classici in altre lingue, tra cui è doveroso ricordare lo spagnolo Aute e i nostri Roberto Vecchioni e Paolo Conte.
Un rendez vous, quello tra amore e anarchia ed un legame, quello con la cultura e la canzone italiana, che continuerà anche nei prossimi anni come il nuovo disco che uscirà a breve, Vuit joies italianes i altres maravelles, con versioni in catalano di Capossela, Dalla, Battiato, Giorgio Conte e De Gregori, tra gli altri, fa presagire.
Un bel libro, insomma, questo di García Gil, la cui lettura è consigliata a chi si vuole avvicinare alla canzone d'autore catalana e, più concretamente, alla poesia/canzone di Joan Isaac.